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DISFAGIA

Tutti noi diamo per scontate funzioni fisiologiche di grande importanza perché sono attività che svolgiamo ogni giorno nel modo più automatico e naturale possibile (si pensi ad esempio alla respirazione). Tra queste funzioni vi è anche la DEGLUTIZIONE, ovvero il convogliare dall’esterno allo stomaco sostanze solide, liquide, gassose o miste, attraverso il canale digerente che prende inizio dalla bocca. Se tale attività è compromessa si parla di DISFAGIA: il termine si riferisce a "qualsiasi disagio nel deglutire o a qualsiasi disfunzione deglutitoria" (O. Schindler). Ovvero a qualunque disturbo della progressione del cibo dal cavo orale allo stomaco e coinvolge quindi in diverso modo gli organi che partecipano al processo. In altre parole la disfagia è la difficoltà o impossibilità a masticare, preparare il bolo e deglutirlo.

 

Questo disturbo colpisce un gran numero di persone e può comparire anche in età pediatrica, sebbene coinvolga principalmente gli anziani.

 

Numerose sono le conseguenze che può portare con sé: oltre a compromettere l'alimentazione (difficoltà, perdita di motivazione, rischio di malnutrizione e disidratazione) e dare origine ad implicazioni psicologiche e sociali (imbarazzo e isolamento durante il pasto), può esporre il paziente a gravi rischi (aspirazione di cibo nelle vie aeree e conseguenti infezioni polmonari o addirittura l’ostruzione acuta delle vie aeree e quindi “soffocamento”).

Attenzione però: la disfagia è sempre un sintomo, ovvero un segno clinico che manifesta la presenza di un problema più ampio nel quale si inserisce.

 

Le principali cause di disfagia sono patologie neurologiche: ictus, lesioni cerebrali, Malattia di Parkinson, Sclerosi Multipla, SLA, distrofia muscolare, paralisi cerebrale, Malattia di Alzheimer; ma possono anche essere conseguenza di malattie oncologiche del tratto orofaringeo o, in età pediatrica, trovarsi all’interno di un quadro sindromatico (labiopalatoschisi o “labbro leporino”, Distrofia muscolare di Duchenne…).

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Il trattamento logopedico è pianificato e individualizzato in base a ciò che emerge dalla valutazione che tiene conto di molti aspetti, tra cui anche la presenza di una rete familiare di supporto. Infatti l’intervento della logopedista può essere diretto al paziente al fine di recuperare o compensare le difficoltà con esercizi mirati e l’apprendimento di strategie specifiche; ma è altresì importante il coinvolgimento del caregiver (coloro che seguono la persona affetta da disfagia), per consigliare una dieta a consistenza modificata e suggerire le corrette norme da seguire affinchè i momenti dei pasti vengano svolti nella più totale sicurezza (intervento indiretto).

"Non sempre deglutire è facile"

FLI

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